La casa ai margini della dolina by Irene Pecikar

La casa ai margini della dolina by Irene Pecikar

autore:Irene Pecikar [Pecikar, Irene]
La lingua: deu
Format: epub
Tags: Fiction, General
ISBN: 9783845003016
Google: RjDJ0oSAji0C
editore: Satzweiss
pubblicato: 2012-04-14T09:45:16+00:00


Capitolo 7

Ex manicomio triestino

«Vorrei parlare con tua madre, Guido, pensi sia possibile?» chiese la dottoressa Bonini al termine della loro seduta. Il ragazzo alzò le spalle e la guardò dritto negli occhi, riuscendo a provocarle un senso di profondo smarrimento. Poi scosse la testa in un diniego. «Non credo vorrà parlarle. Lei è… molto diffidente, poco incline a parlare con gli estranei, e per estranei intendo chiunque non sia io. Perfino mio padre, un giorno che litigavano, se ne è andato e non è più tornato».

Doriana osservò l’espressione affranta di Guido mentre raccontava della sua famiglia e si meravigliò di scoprire solo ora, e per caso, che il padre del suo paziente aveva abbandonato moglie e figlio. Quel trauma poteva aver scatenato un senso di colpa che era affiorato proprio con quelle strane visioni. La mente umana gioca brutti scherzi quando subisce ripetuti traumi, soprattutto se le persone che la ospitano hanno un animo più sensibile.

«Come mai lo vengo a sapere solo adesso, Guido?» protestò, d’impulso. «Non dovevi omettere di dirmi una cosa così importante, può essere rilevante per mettere a tacere la tua sofferenza».

Il ragazzo si irrigidì e Doriana si pentì subito per non aver mantenuto la calma. Il fatto che si sentisse coinvolta e fosse decisa a trovare la chiave per aiutare Guido non giustificava il comportamento poco deontologico di qualche istante prima.

«Scusami, ho esagerato. Ma tutto quello che ti riguarda è per me importante, capisci?».

La seduta era ormai terminata e la dottoressa condusse il paziente all’uscita. Fu sorpresa di non vedere la madre che lo aspettava sempre.

Guido, forse intuendo il suo pensiero, le spiegò che la madre non l’avrebbe più accompagnato alle visite.

«Come mai?» gli chiese Doriana.

«A volte è meglio evitare certe domande. Con mia madre è così, spera che io rinunci e le dia ascolto. Ma ci sono troppe questioni in sospeso. Io ho bisogno di risposte» concluse il giovane.

«E le avrai, perché c’è sempre una spiegazione, la difficoltà consiste nel trovarla». Poi vedendolo angustiarsi, posò una mano sulla sua spalla. «Vieni, ti lascio il numero del mio cellulare» comunicò avviandosi verso la scrivania. Scrisse con cura i numeri e passò il post-it al ragazzo. «Telefonami in qualunque momento, non farti problemi. Va bene?». Lui annuì, sollevato.

«Ora vai; a presto, Guido».

«Dottoressa,» la chiamò lui fermando la mano sulla maniglia del portone «grazie davvero per quello che sta facendo per me. Gli altri medici, insomma…».

«Io non sono gli altri medici» gli disse sorridendo.

«Lo so, me ne sono accorto» replicò il giovane, sereno.

Nel corso della giornata Doriana si sentì tranquilla e il merito era dell’espressione che il ragazzo aveva assunto prima di congedarsi. Sarebbe andato tutto bene, ne era certa. Avrebbe compreso il tarlo che rodeva la mente di Guido e con le mosse vincenti, su una scacchiera immaginaria, avrebbero, insieme, sconfitto l’oblio.



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